Quel che resta di gigantesche masse in movimento

Ghiacciai

Quel che resta di gigantesche masse in movimento

I giganteschi ghiacciai che scendevano dalle cime lungo i solchi vallivi nel periodo quaternario hanno lasciato profonde tracce del loro passaggio, che ha modellato il paesaggio delle Alpi Marittime.

Il ghiacciaio pensile del Gelas | Archivio APAM, A. Rivelli

Circa 200.000 anni fa, durante la terza glaciazione conosciuta col nome di Riss, la Valle Gesso era coperta da due grandi rami glaciali: il primo, detto ghiacciaio di Entracque, era formato dai ghiacciai della Barra, della Rovina e del Bousset; il secondo, quello di Valdieri, era costituito dall’unione del ghiacciaio della Valletta e Valasco con quello della Meris. Le due principali lingue glaciali andavano ad unirsi a monte di Valdieri formando il grande ghiacciaio del Gesso, spesso circa 300 metri e largo quasi due chilometri, che si estendeva fino alle strette di Andonno. Nel corso dell'ultima glaciazione, la glaciazione würmiana, i due rami glaciali sono rimasti separati tra loro.

I giganteschi ghiacciai che scendevano dalle cime lungo i solchi vallivi nel periodo quaternario hanno lasciato profonde tracce del loro passaggio, che ha modellato il paesaggio attuale delle Alpi Marittime. Lo testimoniano le placche inclinate e i dossi arrotondati (rocce montonate) che si incontrano negli alti valloni, frutto dell'azione levigatrice esercitata dalle masse glaciali in movimento sulle compatte rocce cristalline. Vaste zone di rocce levigate dagli antichi ghiacciai si incontrano, ad esempio, sull'altopiano del Baus e lungo la mulattiera che sale al Lago soprano della Sella nell'alto Vallone della Meris.

Altre evidentissime tracce lasciate dai ghiacciai quaternari sono le conche e i circhi, scavati nei punti in cui il substrato roccioso si presentava più facilmente erodibile. Alle quote più alte tali conche sono oggi occupate in buona parte da laghetti, mentre alle quote intermedie sono state quasi tutte colmate dal materiale detritico trasportato dai corsi d'acqua e si sono così trasformate in estesi pianori, come il Pra del Rasùr e il Praièt sopra San Giacomo di Entracque, i piani della Casa e del Valasco sopra le Terme di Valdieri, quelli del Prato e del Chiòt nel Vallone della Meris.

I detriti portati a valle dai ghiacciai sono ancora oggi visibili nei depositi morenici di Tetti Bandito (Roaschia) e San Lorenzo di Valdieri, ben identificabili anche dalla strada provinciale, e in quelli di Esterate (Serra dei castagni) e della Polveriera di Entracque (loc. Casermette).

I ghiacciai attuali delle Alpi Marittime sono ben poca cosa rispetto a quelli antichi, tuttavia sono degni di nota perché sono i più meridionali dell'arco alpino. La maggior parte di essi si trova concentrata sul versante italiano del gruppo Clapier-Maledìa-Gelas. Il più grande di tutti è il Ghiacciaio est del Clapier, che è anche quello più meridionale, posto a soli 45 chilometri in linea d'aria da Montecarlo.
Nel corso degli ultimi decenni, in seguito al generale ritiro dei ghiacciai, anche quelli delle Alpi Marittime si sono fortemente ridotti di dimensioni e sono ormai prossimi alla definitiva scomparsa: il Ghiacciaio del Clapier è oggi confinato in quello che un tempo era il suo ramo orientale mentre i due principali ghiacciai del Gelas emergono ormai a stento dai detriti.


Ultimo aggiornamento: 28/02/2023

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