Capra ibex
Stambecco
Capra ibex
Il signore delle rupi.
Nome specie: Capra ibex
Classe: Mammiferi
Ordine: Artiodattili
Superordine: Ungulati
Nome comune: stambecco alpino
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Distribuzione e habitat
Arco alpino.
Lo stambecco sulle Alpi
Troppo confidente con l'uomo: ha rischiato l'estinzione, ma con l'aiuto dell'uomo è tornato passo dopo passo su tutte le Alpi. Davanti a un pericolo lo stambecco, solitamente non reagisce ma fugge cercando rifugio su pareti rocciose dove si sente al sicuro. Questa strategia gli ha permesso durante i millenni di scappare dai predatori, ma non gli è servita per contrastare l'azione dell'uomo soprattutto dopo l'invenzione del fucile. Il risultato è stato che lo stambecco nel XIX secolo ha rischiato l'estinzione. La specie si è salvata grazie alla protezione messa in atto dall'Italia che ospitava l'ultima popolazione di stambecco delle Alpi.
Le reintroduzioni a partire dal Parco nazionale del Gran Paradiso realizzate tra il 1920 e il 1933 e la protezione nei vari Paesi alpini hanno permesso allo stambecco di ricolonizzare passo dopo passo tutte le Alpi. Nel 1987, il primo progetto di collaborazione tra i parchi Marittime e Mercantour è stata la reintroduzione di stambecchi dell'Argentera nell' Haut Var, le Bachelard e l'Haut Verdon del Parc national du Mercantour. Dopo questa operazione, gli stambecchi si sono moltiplicati rapidamente estendendo l'areale di distribuzione.
Generata da un numero esiguo di stambecchi, la popolazione dell’area Marittime-Mercantour ha una bassa variabilità genetica. Per aumentarla, nel 2005 e nel 2006, nel Mercantour sono state effettuate delle nuove reintroduzioni (22 femmine) nell' Haut Var e in Bachelard con animali provenienti dal massiccio di Belledone e dalla Vanoise.
Grazie agli sforzi congiunti delle due aree protette, nel 2005 il numero degli effettivi ha raggiunto le circa 2.100 unità ampliando la distribuzione anche alle zone limitrofe alle due aree protette. Sul territorio alpino francese sono stimati 10.000 stambecchi (censimento 2011), mentre circa 15.000 individui vivono su quello italiano.
Dimorfismo sessuale
La differenza fra i sessi è ben evidente ed è riscontrabile sia dalle differenti dimensioni delle corna sia dalla mole corporea: il maschio adulto (bouc) è robusto e possiede corna striate lunghe sino a un metro e con un peso che può arrivare a 8 chilogrammi. Per sopportare un tale peso ha un cranio ampio e un collo con una muscolatura molto sviluppata. La femmina è più piccola e le sue corna sono più fini e non superano i 30 centimetri di lunghezza. La pelliccia è più chiara di quella del maschio: bruno chiaro in estate e più scura in inverno.
Peso
La femmina pesa in media tra 40 e 50 kg, mentre certi maschi possono pesare fino a 110 kg.
Alimentazione
Lo stambecco è erbivoro. Come il camoscio si alimenta di buon mattino e la sera; il resto della giornata lo trascorre a ruminare. Per il suo nutrimento predilige le graminacee, le leguminose, foglie di rododendro, muschi ed è anche in grado di digerire i licheni.
Riproduzione
Il periodo della riproduzione va da metà dicembre a metà gennaio. La femmina partorisce a giugno un piccolo, raramente due, ogni anno o ogni due.
Longevità
La speranza di vita è collocata tra i 15 e i 20 anni, ma sono documentati casi di animali che hanno raggiunto i 22 anni di età. Le femmine sono più longeve dei maschi.
Curiosità
Insensibile al vuoto e molto agile lo stambecco frequenta vertiginosi versanti rocciosi. Il suo senso dell'equilibrio e gli zoccoli così aderenti da essere assimilabili a pedule da arrampicata, gli permettono di muoversi in un ambiente dove nessun altro mammifero potrebbe sopravvivere.
Ricerca
Gli studi sullo stambecco hanno rappresentato il punto di partenza della cooperazione transfrontaliera tra i Parchi Marittime e Mercantour. Le azioni comuni avevano lo scopo di riequilibrare il popolamento, accelerare la ricolonizzazione dei massicci transfrontalieri da parte dello stambecco e incrementare la bassa variabilità genetica rilasciando esemplari provenienti da differenti colonie.L'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime ha collaborato al Progetto Alcotra Lemed-Ibex (2017-2020) di monitoraggio e gestione dello stambecco dal lago di Ginevra (Léman) al Mediterraneo per assicurare una migliore conservazione della specie il cui areale potenziale ricopre l'intero arco alpino.
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