Gypaetus barbatus

Gipeto

Gypaetus barbatus

Re e spazzino.

Gipeto | F. Panuello

Nome specie: Gypaetus barbatus
Classe: Uccelli
Ordine: Accipitriformes
Famiglia: Accipitridae
Nome comune: gipeto, avvoltoio degli agnelli, avvoltoio barbuto


Distribuzione e habitat

Tipicamente stanziale, nidifica sui dirupi in alta montagna nell'Europa meridionale, in Africa, in India ed in Tibet, deponendo una o due uova. Estinto sulle Alpi dall'inizio del XX secolo a causa delle false leggende che seguivano la sua figura, è ora presente con una popolazione autosufficiente e stabile, grazie ad un progetto europeo di reintroduzione che ha interessato molti Stati europei.
Oltre 200 individui sono stati liberati sulle Alpi negli ultimi trent'anni secondo un programma di reinserimento che ha interessato Italia, Francia, Svizzera e Austria, e ora è presente una piccola popolazione stabile sull'arco alpino, con numerosi siti di nidificazione, anche in territorio italiano.


Aspetto

Il gipeto è uno dei più grandi uccelli d'Europa. Misura circa tre metri da un’estremità all'altra delle ali e tra 1,10 e 1,50 m dalla testa alla coda. Il suo peso è compreso tra i 5 e i 7 kg. Non c'è differenza tra maschio e femmina. Il gipeto ha un piumaggio grigio-marrone scuro, con la parte inferiore del corpo e del collo di colore arancione, negli esemplari adulti. Un cerchio rosso orna il suo occhio e ha un pizzetto nero intorno al becco.


Alimentazione

Il gipeto è un necrofago: si ciba quasi esclusivamente di carcasse di animali morti, soprattutto ungulati selvatici e domestici, in particolare delle ossa e del midollo che costituiscono il 90% della sua dieta alimentare. Quando un osso è troppo grande per essere ingoiato, per romperlo, si alza in volo e lo lascia cadere sulle rocce. I succhi gastrici, altamente acidi, dello stomaco gli permettono di sciogliere e digerire completamente le ossa ingerite.


Riproduzione

La riproduzione occupa, infatti, la maggior parte dell'anno, dall'autunno, con la preparazione del nido, fino all'abbandono del territorio da parte dei giovani quando gli adulti iniziano le parate nuziali per un nuovo ciclo.


Longevità

Il gipeto è piuttosto longevo (20–25 anni in natura, oltre 40 in cattività).


Lo sapevi che...

Nell’area del Parco le ultime osservazioni risalgono agli anni ‘30. Tuttavia, grazie a un progetto internazionale promosso dalla Vulture Foundation Conservation, questo magnifico animale è tornato a volare sulle Alpi a partire dal 1986 e dal 1993 anche sul territorio delle aree protette Alpi Marittime-Mercantour. Nei due parchi transfrontalieri i rilasci sono andati avanti sino al 1995 per un numero complessivo di 43 gipeti liberati (tutti provenienti da vari centri di riproduzione europei aderenti al progetto di VFC).
All’interno del Parco italiano nonostante la frequente presenza dell'avvoltoio, a differenza del Mercantour, non è ancora stata accertata la riproduzione della specie.


Storie, miti e leggende

Il gipeto si è estinto sulle Alpi dall'inizio del XX secolo a causa delle false leggende sul suo conto, illustrate da un divertente video:


GYPAETUS HELVETICUS – Marcel Barelli from Yperia-Amorgos on Vimeo.


Ultimo aggiornamento: 01/03/2023

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