Il ritorno spontaneo di un grande predatore

Lupo

Il ritorno spontaneo di un grande predatore

Il lupo, uno dei più grandi predatori europei, era scomparso dall'arco alpino all'inizio del Novecento a causa della persecuzione dell'uomo, ma da ormai vent'anni ha riconquistato gli antichi spazi...

Lupi nell'area del Centro faunistico "Uomini e Lupi" | Archivio APAM, F. Panuello

Il lupo (Canis lupus italicus), uno dei più grandi predatori europei, era scomparso dall'arco alpino all'inizio del Novecento a causa della persecuzione dell'uomo. Ma, intorno alla fine degli anni‘80 , alcuni esemplari provenienti dall'Appennino abbruzzese hanno iniziato a spostarsi dal centro Italia verso nord, favoriti dall'abbondanza e dalla varietà di prede disponibili e dall’aumento delle superfici boscate. Così, nel dicembre del 1992, a 70 anni esatti dalla loro scomparsa, i primi due lupi sono stati ufficialmente osservati e riconosciuti nelle Alpi Marittime francesi.
Da quel momento la specie ha cominciato a ripopolare spontaneamente le vallate alpine sudoccidentali. Non si è trattato dunque di una reintroduzione, come è avvenuto, per esempio, nel caso dello stambecco, ma di una colonizzazione naturale dovuta al fatto che si sono ricreate le condizioni ambientali adatte per il ritorno naturale di questo grande predatore. Grazie a un attento monitoraggio intrapreso negli anni '90 e continuato (quasi) ininterrottamente fino all'inverno 2020/2021, oggi sappiamo che tutte le valli del Parco ospitano piccoli branchi di lupo (5-6 animali).

Il lupo è molto elusivo, avverte la presenza dell'uomo a grande distanza, si muove principalmente di notte e si sposta tantissimo, anche di decine di chilometri in una sola notte. È quindi quasi impossibile per un escursionista avvistare questo animale, lo è di meno scoprirne le tracce sul terreno, in particolar modo d'inverno, sulla neve: le orme sono molto simili a quelle di un grosso cane e gli escrementi risultano pieni di peli e frammenti ossei.
Qualora ci imbattessimo in un lupo, ecco alcuni preziosi consigli su come comportarsi.
Gregario, il lupo vive in piccoli branchi famigliari a forte gerarchia e caccia in gruppo, secondo tecniche complesse e molto efficienti. Per saperne di più sulla biologia ed ecologia del lupo, clicca qui!

Nonostante le leggi e le azioni di tutela, il lupo non ha vita facile: spesso per paure infondate ma difficili da combattere e talvolta per concretissimi motivi di interesse economico, questo animale entra in rotta di collisione con gli esseri umani, in particolar modo con pastori, allevatori e cacciatori, che lo vedono come un antagonista. Tutto questo anche se studi approfonditi hanno accertato che le prede d'elezione del lupo sono i grandi erbivori selvatici, come camosci, caprioli, cervi e mufloni, mentre il bestiame domestico non supera mai il 15% della sua dieta.

Per approfondire e comprendere meglio il modo di vivere di questo predatore, per scoprire i diversi significati attribuiti alla sua figura dai vari popoli nel tempo, è possibile visitare le due sezioni del Centro faunistico "Uomini e lupi", dove è inoltre possibile osservare alcuni lupi ospitati nel grande recinto di otto ettari.

Ecco le risposte ai dubbi e alle curiosità più frequenti sul lupo.

L'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime, oltre a essere titolare del Centro di Referenza per la Conservazione e Gestione dei Grandi Carnivori (CGC) istituito dalla Regione Piemonte, è capofila del progetto LIFE WolfAlps EU (2019-2024) la cui finalità è il miglioramento della coesistenza fra lupo e attività umane a livello di popolazione alpina. Questo progetto, co-finanziato dall'Unione Europea, raccoglie l’eredità del progetto LIFE WolfAlps (2013-2018), premiato nel 2019 come miglior progetto LIFE dalla Commissione Europea, e porta per la prima volta su scala europea e pan-alpina il sostegno alla coesistenza uomo-lupo.

Per approfondimenti e scaricare materiale informativo, visitate la sezione Download del sito Centro Grandi Carnivori.


Ultimo aggiornamento: 08/09/2022

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