Marmota marmota
Marmotta
Marmota marmota
La sentinella delle praterie alpine.
Nome specie: Marmota marmota
Classe: Mammiferi
Ordine: Artiodattili
Superordine: Ungulati
Nome comune: marmotta
Distribuzione
In Francia e Italia, questa marmotta è presente soprattutto nelle Alpi. Reintrodotta con successo nei Pirenei e nel Massiccio Centrale, è presente anche nei Carpazi. Le colonie presenti nel Parco del Marguareis più facilmente contattabili sono localizzate nel Vallone di Sestrera, nel Vallone del Marguareis, nella Conca delle Carsene, nel Vallone delle Saline e nel Vallone degli Arpi, dove troviamo un toponimo dedicato proprio alla specie: il “Sot de marmote”.Nel Parco delle Alpi Marittime il Pian della Casa e la zona del Gias dell'Isterpis, rispettivamente a monte delle Terme di Valdieri e di san Giacomo di Entracque, sono sicuramente i luoghi più agevoli da raggiungere per poter osservare le marmotte.
Aspetto
La marmotta è un mammifero dalla pelliccia marrone con riflessi grigi sul dorso. Misura una lunghezza compresa tra 45 e 65 cm e pesa circa 3,5 kg in primavera e 6,5 kg alla fine dell'estate. C'è poca differenza tra la marmotta maschio e femmina: ovvero il dimorfismo sessuale è quasi assente. La marmotta vive tra i 1000 e i 2800 m d’altitudine, sui prati, nelle pietraie, brughiere e radure dei boschi. Costruisce la sua tana, prevalentemente in luoghi esposti al sole, (cioè, dove, in primavera, la neve si scioglie più rapidamente) in terreni soffici vicino a pascoli ben soleggiati.
Alimentazione
La marmotta è un animale erbivoro: la sua dieta è costituita essenzialmente da erbe e radici e granaglie.
Riproduzione
Il periodo degli amori si colloca in primavera; dopo una gestazione di 40 giorni nascono generalmente da due a cinque piccoli. Essi vengono allattati dalla madre per 42 giorni e escono dalla tana, per la prima volta, solitamente agli inizi di luglio. La marmotta vive in nuclei familiari in cui il maschio tende ad accoppiarsi solo con la femmina adulta dominante.
Lo sapevi che...
Questa specie trascorre la stagione invernale nello stato di letargo: tutti i componenti del gruppo si raccolgono nell'anfratto più ampio e profondo della tana, stretti gli uni agli altri per limitare la dispersione di calore. Durante questo periodo il metabolismo dell'animale subisce un notevole rallentamento: gli atti respiratori si abbassano a 2-3 al minuto, la temperatura da 38 gradi scende a soli 7-4 gradi e le pulsazioni cardiache passano a 4-5 al minuto. Prima del letargo, che dura generalmente da ottobre ad aprile, gli animali trasportano con la bocca l'erba secca per allestire un appropriato giaciglio per il lungo inverno. In primavera, all'uscita del letargo, la marmotta costituisce una facile preda perché ben visibile, mentre corre alla ricerca del cibo, sulle praterie ancora innevate.
Le ricerche più recenti hanno evidenziato che durante il letargo gli animali sono soggetti a periodici risvegli seguiti da breve attività. Questi temporanei risvegli hanno lo scopo di aumentare la temperatura corporea sia degli adulti sia dei piccoli, maggiormente esposti ad un'eventuale morte per ipotermia. Si tratta di un caso di cura parentale estesa anche agli altri adulti presenti. Se il numero di questi nella tana diminuisce o è ridotto alla singola unità, tale tecnica di termoregolazione sociale diventa insufficiente e la mortalità dei piccoli aumenta.
Il fischio è il tipico segnale di allarme della specie e serve inoltre a mantenere un collegamento fra i componenti del gruppo. In passato si riteneva erroneamente che fosse un vero e proprio fischio, ma in verità si tratta di un grido di origine laringea che viene emesso a bocca aperta. Inoltre esistono diversi tipi di segnale: ad esempio un fischio singolo indica una minaccia che proviene dall'alto, quale potrebbe essere un predatore alato (aquila) o un uomo che scende da un pendio; una serie di fischi segnalano un pericolo proveniente da un lato, come una volpe, un cane o un uomo che giunge lateralmente. L'intensità del fischio fornisce indicazioni sulla distanza del probabile predatore. I segnali sono udibili fino a un chilometro in linea d'aria.
Storie, miti e leggende
Noto anche come Groundhog Day, il Giorno della marmotta festeggia questo simpatico animale e in particolare un esemplare di marmotta americana, Marmota monax, un roditore della famiglia Sciuridae. Il primo Giorno della marmotta venne festeggiato a Punxsutawney, in Pennsylvania, il 2 febbraio 1887. Secondo la tradizione, quel giorno si deve osservare il rifugio di una marmotta per sapere se il resto dell'inverno sarà mite o se sarà freddo. Se essa uscirà e non riusciremo a vedere la sua ombra perché il sole è nascosto dalle nuvole, significa che l'inverno è agli sgoccioli. Al contrario, se la giornata sarà soleggiata e si vedrà dunque l'ombra della marmotta, ci saranno ancora sei settimane di freddo. A quel punto, la marmotta, spaventata dalla sua stessa ombra, tornerà di corsa nella sua tana indicandoci che l'inverno non è affatto finito e che ci aspetta ancora un mese e mezzo di gelo. La tradizione deriva da una rima scozzese: «If Candlemas Day is bright and clear, there'll be two winters in the year». «Se alla Candelora il cielo è limpido, ci saranno due inverni nell'anno». Anche dalle nostre parti, il giorno della Candelora per tradizione viene considerato l'inizio della fine dell'inverno. "Per la santa Candelora//se nevica o se plora/dell'inverno siamo fora;/ma se l'è sole o solicello/siamo sempre a mezzo inverno" recita un antico proverbio popolare, riferito al rituale della Candelora, introdotto dal patriarca di Roma Gelasio intorno all'anno 474 d.C., in sostituzione della cerimonia pagana dei Lupercali.
Perché gli americani e i canadesi celebrano la festa della marmotta?
In realtà, le origini del Groundhog Day possono essere fatte risalire ai primi cristiani in Europa. Essi credevano che il giorno della Candelora - il punto a metà strada tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera, ossia il 2 febbraio - le condizioni chiare e soleggiate coincidessero con un inverno rigido e freddo. Al contrario, i cieli nuvolosi annunciavano l'arrivo di temperature più calde. I tedeschi adottarono la tradizione, che fu portata negli Stati Uniti e adattata da un gruppo di immigrati di lingua tedesca che arrivò in Pennsylvania tra il XVII e il XVIII secolo.